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Il più grande spettacolo del mondo - ANNULLATO

Orario: 20:45 - Ingresso: 15,00 €

il piu_grande

dal 14 al 17 Maggio
ore 20,45

Il più grande spettacolo del mondo

Produzione: Apuzzo-Biffi

Drammaturgia e regia: Stefania Apuzzo

Attori: Francesca Biffi e Luigi Guaineri
con la speciale partecipazione di Davide Angelotti

Aiuto regia e Tecnico di scena: Davide Angelotti

Scenografie e Costumi: Francesca Biffi

Colonna sonora: Matteo Curatella, Stefania Apuzzo, Massimiliano Serra 

Disegno Luci: Monica Gorla

Il progetto ha avuto inizio quando, indagando sul mito di Prometeo, ho trovato nello scritto di Eschilo la matrice della civiltà europea/occidentale. Una matrice che indica il sacrificio come unica forma di esistenza, la solitudine come condizione unica e favorevole, l’essere maschio più vicino al Dio e l’aspettativa più rumorosa della speranza. Ed ecco l’uomo di oggi: solo e schivo, autoincatenato al sacrificio su un abisso di aspettative. Impaurito della morte ma mai contento della vita. Un essere insoddisfatto e sempre più arrabbiato con gli altri e con se stesso a causa del suo fallimento ma al contempo splendido nelle apparenze. Questa contraddizione, questo contrasto, questa guerra interiore è qui IL PIÙ GRANDE SPETTACOLO DEL MONDO. (Stefania Apuzzo)


Due solitudini abitano un circo. Lei è la Donna Cannone, lui il Direttore. Un circo di cui vediamo solo il dietro le quinte, le prove. Si dice essere il più grande spettacolo del mondo. Lei è disponibile, a servizio. Così impegnata nelle faccende spicce del circo da non avere tempo da dedicare alla sua arte che ama profondamente.Lui è al comando. Sulle sue spalle grava il successo dello spettacolo. Impegnato in interviste e comunicazioni con la direzione, lavora per ingrandire ulteriormente il successo di questo circo a qualunque costo, fosse anche rinunciare a qualche numero raffinato, aggiungere caroselli per accontentare gli sponsor o raddoppiare la carica esplosiva al cannone per il numero clou.

I due personaggi hanno una matrice clownesca e stupefatti si muovono con le loro personalissime protesi. Imbottiti sfiorano l’assurdo. Archetipi dell’essere umano maschile e femminile.

Sono due esseri super accessoriati, arroccati nel loro io-quasi dio-super io tanto da non riuscire a dialogare neanche dove nel testo è previsto. Fragili e ingombranti.

La tenda del circo sfugge dal controllo dei due. Spesso i teli cadono e lasciano intravvedere la struttura di ferro che li regge. Nonostante il grande impegno, arriveranno a cadere tutti senza soluzione, lasciando scoperta la struttura: una gabbia, prigione. Come prigione sono le mostruose protesi e i ruoli di direttore e attrazione. 

Ognuno col suo tempo e in dialogo col pubblico (come solo il clown sa fare) arriveranno a liberarsi di ciò con un lungo processo di redenzione. Alla fine risultano veramente perfetti: spogliati dalle parate vincenti, sono esseri umani comuni e in comunione.

Lo spettacolo è rimandato a data da destinarsi.